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Silvio Berlusconi ha abbandonato la sua lunga offerta di diventare il prossimo presidente dell’Italia, proprio mentre il paese è pronto a scegliere un capo di stato del suo sistema politico notoriamente litigioso per i prossimi sette anni.
In una dichiarazione di ritiro ampiamente anticipata, Berlusconi, 85 anni, ha insistito sul fatto di avere abbastanza sostegno per vincere le elezioni alla massima carica d’Italia.
Ma il quattro volte ex primo ministro, condannato per frode fiscale nell’ottobre 2012, ha affermato di aver deciso di togliere il suo nome dalla considerazione in modo che i legislatori di tutto lo spettro politico possano scegliere un candidato meno divisivo.
Il mandato di Berlusconi in carica è stato offuscato da scandali sessuali e presunta corruzione, minando la sua ricerca donchisciottesca di promuoversi come figura paterna nazionale unificante.
“Ho deciso di fare un altro passo lungo la strada della responsabilità nazionale”, ha scritto Berlusconi su Facebook.
Sebbene i partiti di destra si fossero impegnati a sostenere la candidatura di Berlusconi, i partiti di sinistra hanno definito inaccettabile la sua potenziale ascesa alla presidenza, avvertendo che potrebbe innescare il crollo del fragile governo di unità nazionale italiano guidato dal Primo Ministro Mario Draghi.
Berlusconi “è stata una vendita difficile ed è ovviamente giunto alla conclusione che non si può fare”, ha detto Daniele Albertazzi, esperto di politica italiana e populismo di destra all’Università del Surrey.
Successivamente è stato riferito che Berlusconi, che aveva sofferto di Covid nel 2020, era stato ricoverato in ospedale a Milano per esami medici di routine.
L’ex premier Giuseppe Conte, presidente del Populista Movimento 5 Stelle, ha twittato che il ritiro di Berlusconi consentirà seri colloqui trasversali su un potenziale candidato di consenso alla presidenza.
“Avevamo chiarito: la candidatura di Silvio Berlusconi era inaccettabile”, ha twittato Conte. “Con il suo ritiro, facciamo un passo avanti e iniziamo una seria discussione tra le forze politiche per offrire al Paese un candidato di consenso di alto profilo e autorevole”.
Draghi, ex presidente della Banca centrale europea, è stato indicato come un potenziale contendente presidenziale in un processo di selezione che inizierà formalmente lunedì, poiché oltre 1.000 elettori votano a scrutinio segreto per il loro candidato preferito.
Molti nella comunità imprenditoriale italiana sono ansiosi di vedere Draghi eletto presidente, il che gli darebbe i poteri di supervisionare i politici italiani e spingere per la continuazione di un programma di riforme economiche e sociali da 200 miliardi di euro finanziato dall’UE.
Ma molti politici sembrano diffidenti nell’elevare Draghi alla presidenza.
Berlusconi ha detto che è importante che il governo Draghi rimanga in carica per portare avanti gli investimenti e le riforme economiche.
Le elezioni presidenziali italiane sono notoriamente imprevedibili, poiché più di 1.000 legislatori e rappresentanti regionali cercano di convergere su un unico candidato. Un candidato deve assicurarsi il sostegno dei due terzi degli elettori nei primi tre turni di scrutinio segreto, ma successivamente la barra viene abbassata a una maggioranza semplice del 50 per cento, più uno.
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