Il Financial Stability Board ha avvertito l’Italia di “resistere” alle proposte di legge discusse dal governo di Giorgia Meloni che, a suo dire, “minerebbero” il mercato dei crediti inesigibili del Paese e aumenterebbero l’incertezza per gli investitori.
In un rapporto pubblicato giovedì dall’istituto con sede a Basilea, che formula raccomandazioni sul sistema finanziario globale, afferma che il paese ha compiuto enormi progressi nel ripulire i bilanci delle sue banche da quando i livelli di prestiti in sofferenza (NPL) hanno raggiunto il picco di 360 miliardi di euro nel 2015.
Ma le modifiche proposte alla legislazione dal governo di destra italiano, volte ad aiutare le famiglie e le piccole imprese che sono state precedentemente inadempienti sui loro debiti, “introdurrebbero incertezza o minerebbero il mercato secondario degli NPL”, ha affermato l’FSB.
Le banche italiane hanno accumulato crediti inesigibili tra il 2008 e il 2015 a seguito della crisi finanziaria. Le riforme introdotte dal 2016 sotto i primi ministri Matteo Renzi e Paolo Gentiloni hanno aperto il mercato, consentendo agli hedge fund e ad altri investitori internazionali di acquistare prestiti, nel tentativo di rafforzare la salute del sistema bancario italiano.
Tuttavia, alcuni alleati della Meloni sostengono che il mercato favorisce gli “speculatori stranieri” e danneggia le piccole imprese e le famiglie.
Sotto il complesso insieme di proposte, introdotto per la prima volta all’inizio del 2023 dal partito Fratelli d’Italia della Meloni, i piccoli mutuatari inadempienti sui loro prestiti tra il 2015 e il 2021 avrebbero la possibilità di riacquistare gli NPL anche se le banche li avevano già venduti a investitori professionali. I mutuatari dovrebbero pagare un premio del 20% sui prestiti se le procedure di recupero non sono iniziate, o del 40% in caso contrario.
Gli investitori hanno criticato pesantemente tali proposte, con gli analisti che avvertono che danneggerebbero il mercato. La maggior parte di questi NPL sono stati cartolarizzati e hanno ricevuto garanzie statali sulle tranche senior del debito come un modo per attirare gli investitori.
La revisione dell’FSB ha affermato che tali garanzie sostenute dallo Stato, note come GACS nonché una revisione delle procedure di ristrutturazione ed esecuzione, hanno “con successo” aiutato le banche a ridurre i crediti deteriorati dal picco del 2015 a 63 miliardi di euro nel giugno 2023.
I “notevoli progressi” dell’Italia possono servire da quadro per altri paesi in futuro, ha affermato. Tuttavia, il governo dovrebbe lavorare per portare avanti tali risultati senza comprometterli, ha aggiunto.
Il sottosegretario all’Economia e alle Finanze Federico Freni aveva cercato di rassicurare gli investitori alla fine dello scorso anno, dicendo che si trattava di un “non-problema” e che “non c’era motivo perché il governo intervenisse” con una nuova legislazione sul mercato degli NPL.
Le proposte sono state discusse l’ultima volta dal Senato italiano la settimana scorsa.