Negli ultimi 10 anni i paradisi fiscali sono emersi come destinazione per le grandi banche, i super ricchi, le multinazionali e i loro eserciti di contabili e avvocati. Vediamo cos’è un paradiso fiscale e quali paesi ne fanno parte.
Cos’è un paradiso fiscale
Paradiso fiscale o tax haven è un termine generico che indica un’area geografica ubicata al di fuori della giurisdizione del proprio paese di origine. Chi è intestatario di grosse quantità di denaro è propenso a trasferire i suoi capitali in uno di questi centri finanziari offshore. I vantaggi che si guadagnano sono molteplici. Il paradiso fiscale impone nel suo territorio alcune restrizioni che riguardano le attività commerciali che operano all’interno della sua giurisdizione, per il resto si beneficia di un’imposta sul reddito quasi nulla e di rigorose disposizioni sul segreto bancario. Inoltre manca la trasparenza nel funzionamento del suo sistema fiscale ed è assente qualsiasi scambio d’informazioni con altri paesi. In genere i paradisi offshore forniscono alla propria clientela servizi bancari e finanziari internazionali e garantiscono la completa riservatezza dei depositi e dei guadagni.
Dove vivere senza pagare le tasse
Il rapporto dell’Ocse “Taxing Wages 2016” ha rivelato che l’Italia è il paese dove si pagano pù tasse nel mondo. Chi vive nel Bel Paese ne sa qualcosa, per questo chi non vuole più essere vessato dalle imposte programma una fuga in un paradiso fiscale. Passando a rassegna i 10 tax haven nel mondo si scopre che in Gran Bretagna usufruendo dello “”status di residente non domiciliato”” si può giovare dell’esenzione fiscale che grava sui redditi originati all’estero. L’imposta non aggrava nemmeno sul patrimonio posseduto fuori dal Regno Unito almeno per i primi 7 anni di residenza. Dal 1870 il Principato di Monaco consente ad ogni abitante di usufruire di un regime fiscale depurato da qualsiasi tassa. Per ottenere la nazionalità ad Antigua e Barbuda è necessario pagare 250mila euro o acquistare un immobile superiore ai 400mila euro, in questo modo si può beneficiare dell’esonero totale delle imposte per i redditi generati all’estero. Andorra è il paradiso fiscale dove non esiste nessuna tassa, soltanto le società che dichiarano profitti superiore ai 50mila euro sono soggetti al 10% di imposte. Malta è il luogo migliore dove trasferire i propri risparmi, il sistema fiscale è decisamente più favorevole rispetto a quello italiano e poi garantisce all’Unione Europea la trasparenza dei movimenti. A Dubai i residenti non sono tenuti al pagamento di nessuna imposta. L’unico prelievo fiscale è a carico delle compagnie petrolifere e bancarie. Nella Repubblica Mauritius le tasse sono contenute e sulle società grava una percentuale di tributo del 15%. Nelle Isole Cayman si pagano solamente due tasse e pagando 10mila euro è possibile registrare una società anonima. In Gibilterra l’Iva non esiste, non si versa nessuna imposta sulla vendita di terreni e immobili. I residenti sono obbligati a pagare una tassa che può arrivare fino al 42%.
La fuga dei pensionati nei paradisi fiscali
Dopo la fuga dei cervelli all’estero ecco che negli ultimi anni si sta facendo avanti un’altra categoria di persone che lascia l’Italia per trasferirsi in un paradiso fiscale e godere dei benefici che il paese offre dal punto di vista turistico e usufruire di una pressione fiscale quasi assente. Si tratta dei pensionati, ad oggi l’Inps eroga all’estero più di 400mila pensioni. L’esodo negli ultimi tempi è cresciuto e il numero di pensionati che tende a trasferirsi in paesi esteri è in crescita. Pur avendo a disposizione sufficienti servizi sociali, le imposte incidono in misura inferiore sulle pensioni. Il paradiso fiscale non è più una prerogativa dei ricchi, anche gli stranieri che hanno conseguito una pensione in Italia decidono trascorrere la vecchiaia nel loro paese di origine. Il paradiso fiscale per pensionati dove la retribuzione è esente da qualsiasi tassa è la Bulgaria. Tra le mete degli anziani ci sono anche la Tunisia, il Marocco e le isole Canarie.