L’effetto leva è un meccanismo impiegato nel mondo finanziario per attirare i capitali e convogliarli in strumenti di investimento, ma che comportano rischi per chi ne fa uso, a volte inconsapevolmente esponendosi a perdite ben più elevate di quelle immaginate. Esso consiste nella possibilità per un investitore di puntare su esposizioni relativamente elevate, pur disponendo di una somma liquida contenuta. In pratica, il broker ci mette a disposizione un investimento per un ammontare “x” volte superiore alla cifra che effettivamente dobbiamo sborsare. Tuttavia, i guadagni o le perdite saranno commisurati all’ammontare complessivo e non solo al margine depositato.
Facciamo un esempio. Un broker ci consente di investire con effetto leva o “leverage” 1:100 sul tasso di cambio euro-dollaro, scommettendo su un suo rialzo, ovvero sull’apprezzamento dell’euro contro il dollaro. Immaginiamo di depositare sul suo conto una somma di 15.000 euro. Ciò significa che, in effetti, il nostro investimento è relativo a un capitale 100 volte più alto, cioè di 1,5 milioni di euro. Supponiamo che il cambio euro-dollaro effettivamente si muova nella direzione desiderata e avanzi dell’1% a quota 1,615 da 1,15. Abbiamo guadagnato, quindi, 15.000 euro, pari al 100% dell’investimento effettivo. A questo punto, potremmo ritenerci soddisfatti e chiudere la nostra posizione, oppure continuare a scommettere su un ulteriore rialzo.
E cosa succede se l’attività sottostante va nella direzione a noi sfavorevole? Supponiamo che, anziché avanzare, il cross valutario ritracci, ovvero il dollaro si rafforzi contro l’euro a 1,13, perdendo l’1,7%. Poiché l’investimento reale è di 1,5 milioni di euro, le nostre perdite ammonterebbero a oltre 26.000 euro. Ciò significa non solo che il nostro deposito iniziale risulterà del tutto azzerato, ma che il broker ci solleciterà di rimpinguare il margine (“margin call”) per almeno coprire le perdite sinora subite. Dunque, dovremmo mettere mano al portafogli per altri 11.000 euro, anche se un accordo iniziale potrebbe limitare al margine iniziale la perdita massima accusabile. In ogni caso, più alta è la leva e maggiori le esposizioni a perdite potenziali. E si consideri che alcune piattaforme di trading, online incluse, operino con un leverage anche di 500:1. Oltre a rendere l’investitore esposto a perdite di dimensioni molto maggiori rispetto all’investimento iniziale, l’effetto leva esasperato può comportare probabilità superiori di subire effettivamente perdite. Vediamo perché.
S’immagini il caso sopra esposto e si supponga che tra broker e investitore sia stato stretto un accordo, per cui la posizione verrebbe chiusa non appena il margine depositato risultasse prosciugato dalle perdite. In sostanza, l’investitore si assicura di perdere fino a una cifra massima pari a quella depositata sul conto del broker. Tutto apparentemente sensato, ma non troppo. Se l’effetto leva è alto, ovvero nell’ordine di centinaia di volte il valore del margine, basteranno variazioni percentuali minime perché l’investimento venga chiuso, divorato dalle perdite. Ad esempio, con una leva 500:1, il margine verrebbe azzerato non appena i prezzi si muovessero in direzione indesiderata dello 0,2% (100:500). E ciò può accadere anche solo per un istante nel corso di una qualsivoglia seduta, ad esempio, per le prese di profitto dei traders in una fase crescente dei prezzi.
Ne consegue che fissare uno “stop loss” eccessivamente basso, ovvero chiudere la posizione alla minima perdita accusata, potrebbe rivelarsi un boomerang, perché i prezzi sono soliti spesso andare in direzione opposta a eventuali bruschi movimenti recenti, ma se l’investimento fosse automaticamente annullato, non ci sarebbe più modo per recuperare le perdite accusate. E allora, meglio sarebbe mostrarsi elastici con lo “stop loss”, anche se si corre il rischio opposto di subire perdite definitive elevatissime, specie con una leva esagerata.
Che senso ha allora investire con la leva finanziaria? Essa consente anche ai piccoli investitori di entrare sui mercati finanziari con cifre modeste e di approfittare del loro andamento favorevole. In sostanza, la leva incrementa la liquidità sui mercati, per cui minimizza gli effetti speculativi sui prezzi e rende questi ultimi quanto più stabili e rispondenti ai fondamentali delle attività sottostanti. L’importante è che chi investe si renda conto dei rischi corsi e che eviti un “leverage” non confacente al suo profilo di piccolo investitore, a meno di non mettere in conto perdite potenziali anche notevoli.